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Ci siamo rotti i polmoni

Nel 2022, la Corte di giustizia europea ha condannato l’Italia per il superamento dei valori di biossido d’azoto.

Questa condanna evidenzia una situazione tragica per tutta Italia, ancor più per la Lombardia e di tutta la Pianura Padana.

La Lombardia è infatti la regione più inquinata d’Europa con il 7% dei decessi dovuti all'inquinamento. 

Tra gli agenti più pericolosi ci sono le polveri fini (denominate PM10), ossia le particelle microscopiche presenti nell’aria che respiriamo e nocive per la salute.

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A Milano perché ci troviamo fuori dai limiti di legge. Non rispettiamo i valori suggeriti dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), sia per quanto riguarda il PM10 (15 microgrammi/metro cubo) che per il PM2.5 (5 microgrammi/metro cubo) e l’NO2 (10 microgrammi/metro cubo). Il PM10 ha una media annuale, eccedente il valore OMS, che arriva a +122% di Milano. Situazione ancora più critica per quanto riguarda il PM2.5, dove lo scostamento dai valori OMS con +300% di Milano. Male anche per l’NO2: l’eccedenza dei valori medi registrati rispetto al limite dell’OMS. 

Un quadro, in sintesi, davvero preoccupante, visto che è sugli standard dell’OMS che andrà a adeguarsi la nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria rendendo l’Italia suscettibile a nuove procedure d’infrazione e multe miliardarie (da aggiungersi alle precedenti tre). Da non trascurare anche l’impatto sulla salute: l’inquinamento atmosferico miete più vittime in Italia che nel resto del continente europeo. Secondo le ultime stime dell’EEA (Agenzia europea ambiente), il 17% dei morti per inquinamento in Europa è infatti italiano (uno su 6). Per diminuire gli impatti sulla salute, e sull’ambiente. Tutto questo deve spingerci ad agire per gli obiettivi per la neutralità climatica entro il 2030. Per liberare le città dallo smog occorre potenziare servizi e mezzi green alternativi alle auto private e implementare trasporti e zone a basse emissioni, come già predisposto dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. Inoltre, dobbiamo accelerare il percorso di decarbonizzazione dei trasporti urbani che sono la principale causa d’inquinamento nelle nostre città. Fondamentale sarà dunque l’integrazione tra le strategie europee, nazionali e regionali.

Non c’è più tempo da perdere. Dobbiamo occuparci della drammatica condizione della qualità dell’aria dei nostri centri urbani e rendere, al contempo, le nostre città più sicure e vivibili. Il preoccupante immobilismo della destra davanti alle emissioni di biossido di azoto, dovute in gran parte al traffico veicolare, ci è costata già una condanna da parte della corte di Giustizia europea. Dopo anni di richiami nessun governo è stato in grado di mettere in atto misure credibili per sanare un problema gravissimo, che ha causato più vittime della pandemia nell’anno 2020 e 2021. È necessario agire su due fronti distinti, ma complementari. Il primo riguarda la formulazione di misure di incentivo che favoriscano la scelta del trasporto pubblico locale e altre forme di mobilità sostenibile, nonché disincentivi all’utilizzo dell’auto privata. Il secondo è relativo alla formulazione di mobilità alternativa all’automobile. Necessaria, soprattutto, un’accelerazione negli investimenti a sostegno del Traporto Pubblico Locale e delle infrastrutture, come tram e ferrovie urbane. Il nuovo governo ha dunque un importante sfida di fronte a sé: avviare la transizione green della mobilità del Paese, adottando le linee guida del Mims”.

Massimo impegno per l’incremento dell’offerta di servizi di trasporto pubblico e di mobilità condivisa elettrica per tutte e tutti, con abbonamento gratuito per under 25, anche per chi abita in periferia. In Italia abbiamo più auto che patenti, con un quarto delle metropolitane, dei tram e dei bus elettrici d’Europa. 

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